sabato 5 dicembre 2009

Si stava meglio quando si beveva peggio

Osteee!!

Portace n'artro litro,
che noi se lo bevemo,
e poi ja risponnemo
embe', embe', che c'è?

E quando er vino, embe',
ciariva ar gozzo, embe',
ar gargarozzo, embe',
ce fa n’ficozzo, embe'.

Pe falla corta, per falla breve,
mio caro oste portace da beve,
da beve, da beve, zan zan.

Si dice che invecchiando si apprezzino cose piu' raffinate. Il nostro palato si affina, i nostri gusti diventano piu' capricciosi a mano a mano che noi diventiamo piu' esigenti. Si riconoscono le sfumature e si diventa insofferenti all'approssimazione.

Stronzate.

Invecchiando si accumulano generalmente piu' soldi, e con essi si crede di poter accedere ad uno stato superiore di qualita'. E basta. Lo dice anche la parola: "apprezzare", dare un prezzo. Non ricordo di aver mai provato piu' piacere con una bottiglia da 18 euro, che con la vinaccia in caraffa che si beveva in Osteria per nottate intere a colpi di 2000lire (da buttare giu' con le MS, che avevano il sopraffino merito di bruciarti le papille gustative).

Chi si sarebbe mai sognato, tra amici, di dire una cosa tipo: "hmmm, Gianni, portaci un'altra caraffa di questa vinaccia che apprezzo molto" (a parte a prendere il rischio che Gianni ci sputasse dentro).

Piu' precisamente, non si tratta di accumulare soldi e basta. Si tratta di invaghirsi con l'idea che ad un prezzo dato corrisponda un piacere maggiore. E finire pure per crederci. O, peggio, obnubilarsi con la convinzione che prima avevamo tempo, che le cose cambiano e che i doveri...

Ricordo una sera che bevemmo birra scura e producemmo, nello stesso bicchiere, birra chiara. Ricordi... ma se cominciamo cosi' perdiamo il punto. In poche parole, quello che voglio dire e': ridatemi la vinaccia e gli amici, ed io restituisco tutti i soldi che ho rubato.

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