domenica 28 febbraio 2010

paris y a longtemps maintenant

I'd rather be the devil / that t' be that woman' man

Skip James



sukun / paris, 2006

un dimanche tout seul chez moi, comme il y en avait pas eu depuis un sacre’ moment. Je voulais faire enormement de choses, j’ai commence’ tot. Et puis en fait, vers 14h j’avais rien, mais alors rien fait. En revanche j’etais rentre’ dans mes archives, chercher des vieilles photos: tres mauvaise idee. "Faut sortir", que je me dis.

J'ai donc prima ma moto et deux polaroids et je suis sorti prendre qqs photos. J’ai roule’ tout doucement en grimpant les collines et en evitant soigneusement tous les trous dans la route. J’ai respire’ a’ plein poumons le vert gris de l’equateur.

Et puis le soleil de l'equateur s'est cache' derriere un ocean de nuages menacants. J’ai rebrousse’ chemin, et me voici, a’ nouveau, a’ regarder mes anciennes photos…

Si vede ch’era destino era... e mo sono qui che mi rovino di biscotti. Disdetta.


giovedì 25 febbraio 2010

AAA- Altrove cercasi


sukun collage / (C) 2002-2006


Oggi non ho voglia. Non ho voglia e basta. Piu' ci penso e piu' non ne ho voglia.

Ripenso agli anni all'Universita', quando non avevamo voglia e vagavamo per le strade di Bologna o di Parigi.Non avevamo voglia e guardavamo in giro. Parlavamo alle ragazze, o delle ragazze (soprattutto quest'ultima cosa). Guardavamo i libri nelle vetrine o bevevamo il caffe', e poi ad una certa ora l'aperitivo, e poi le birre, e poi il vino e poi eravamo ubriachi.

Oggi non ho proprio voglia -anche se dovrei.

Ripenso a tutto quello che ho fatto, e non ho fatto -a "chi sono, cosa rappresento?", la domanda di base del mio dottorato in sociologia, che giace ancora incompleto sugli scaffali pieni di libri e carta sprecata. La risposta e' dentro di me, che pero'.... e' sbagliata!

Oggi mi girano, semplicemente.

Le foto, qui sopra, messe insieme tempo addietro. Sono io, sono quello che sono stato, quello che saro', quello che credevo essere e non ero -piu' quello che speravo essere e non sar' o non sono stato mai. In sociologia questo si chiama processo di 'individualizzazione'.

Per quanto mi riguarda si chiama esaurimento emotivo e motivazionale. Oggi non ho voglia.

martedì 23 febbraio 2010

Welcome to the first RES PÚBICA

sukun / 2010


Tanto vale dirlo subito.


C'e' stata la prima Repubblica. Poi la seconda Repubblica. Non aspettiamoci la terza, perche' siamo andati oltre, senza accorgercene.


Adesso siamo infatti alla prima
RES PÚBICA

La Cosa
Púbica e' cio' di cui meglio ci occupiamo, che meglio ci occupa, e spesso pre-occupa, tutto il resto e' contorno, sovrastruttura, decoro, ombre della caverna.non ci sono piu' donne e uomini, buoni o cattivi. Siamo Esseri Pubici che deambulano. Se Darwin non ha sbagliato proprio tutto, fra poco potremo risparmiare soldi e comprarci solo le mutande.

Ecco. Se fosse vivo Rino Gaetano, "Nun te Reggae Chhiu'" potrebbe durare 40 minuti. Non finirebbe mai. Anche perche', a parte Emanuele Filiberto, Berlusconi, Pupo, Bersani, Lapo Elkann, Bersani, Di Pietro, Fini, Rosy Bindi, Bertolaso, veline, fisioterapiste, lecchini, lacche', leccaculo, pigliainculo, servi, schiavi e caravan serai, Corona, Isola dei Famosi, Isola dei Falliti, riforme, par-condicio, falsi invalidi (sic!), scandali/favori sessuali, favori professionali, favorisca il permesso di soggiorno, Co.Co.Co. ecc. ecco a parte loro, anche alcuni personaggi della canzone originale saranno forse ancora vivi o quasi.

Ma la domanda e' retorica. Quella vera e' un'altra: esisterebbe un Rino Gaetano in questa Res
Púbica?

sabato 13 febbraio 2010

at least I am not drunk

"Sogno di un mondo dove si muore per una virgola"
Cioran


La frase senza virgola, scritta dallo Zar, prese alla lettera Cioran:

"Liberare impossibile giustiziare"

Nel dubbio credo che il poveraccio lo abbiano poi giustiziato.

E poi oggi, ancora:

Almeno non sono ubriaco, ancora.
Almeno non sono vecchio, ancora.
Almeno non lo saro' mai.
Almeno forse stasera esco.
Almeno ho un posto dove tornare, poi.
Almeno so scrivere, anche se non so bene cosa dire.
Almeno lo so dire, se so cosa voglio dire.

Ecco. Mi sa che per oggi il futurismo basta e avanza.



sukun in Antananarivo / 2010

giovedì 11 febbraio 2010

mitopoietica delle cose vecchie

mythopoeia |ˌmiθəˈpēə|
noun
the making of a myth or myths.

da qualche anno vi giravo intorno, non mi ero semplicemente mai dilungato sul suo valore. Sono ancora convinto che la quantita' di informazione visiva sul web sia l'antifotografia, un non valore. Come andare ad un bancomat, come un autogrill: non luoghi, non informazioni.

Poi oggi, colpa di una giornata particolarmente deludente al lavoro, ci ho perso un po' di tempo. Ed ho scoperto una miniera di immagini fantastiche. Una specie di Eden visivo.

Si chiama polanoid.net

Migliaia di polaroid. Migliaia. Migliaia. Bellissime immagini. Ho proposto timidamente alcune delle mie, e poi mi sono perso come guscio di noce nell'oceano dell'offerta incredibile, violenta, di bellezza.

Ma cosa fa' il mito di queste immagini, pertanto digitali visto che scansionate? E' il fatto che sono specchio di un'epoca rivolta, ombre della caverna? Questo, non me lo so spiegare, e rimango basito a guardare la bellezza di queste migliaia e migliaia di foto.

Forse ci sono: l'esistenza, remota, di una stampa, di un pezzo di carta, di un negativo in altri casi, che ci mette al riparo dalla tirannia aleatoria digitale. Se non son numeri binari, quelle foto esistono davvero.

E cosi', senza di soluzione di continuita', ecco qualche foto non-polaroid, ma pur splendido bianco e nero (il bianco e nero, non le mie foto), scattate con una leica, in novembre 2009. I negativi li sto guardando adesso. Cosi' neri, fragili ma solidi.

Rift Valley, Sukun / 2009

Rift Valley, Sukun / 2009

Narok / Sukun 2009


Masai Mara / Sukun 2009

Masai Mara / Sukun 2009

Athi river / Sukun 2009

Masai Mara / Sukun 2009

sabato 6 febbraio 2010

facce luoghi opportunita probabilita

"- mamma bisogna reagire! Se moriro', moriro' come il babbo!
- qui?
- Eh! Come il babbo!... bisogna reagire"

Non ci resta che piangere

Reagire, bisogna reagire, ecco! Dopo aver accettato la morte di 33 giga di foto, elaborato il lutto e fatto un rutto (licenza poetica) stasera, da solo in casa, ho messo mano allo scanner e ho lavorato ad un po' di foto. Bisogna reagire...
piramidi di Giza, Egitto / Sukun 2008

ranger in Crescent Island, Kenya / Sukun 2007

Mumbai / Sukun 2009

El Cairo / Sukun 2008


Mumbai / Sukun 2009

Buenos Aires /Sukun 2006

venerdì 5 febbraio 2010

"In Italia ci sono due re: un re è Berlusconi, l'altro re è il Papa.
Berlusconi comanda l'Italia, il Papa comanda gli italiani"
(Lili, 9 anni, Cina)


Geniale lucidita' analitica di Lili, da far sentire Bobbio -pace all'anima sua- un decerebrato politico.

Io per conto mio sono alle prese con la ricaduta della pessima notizia al ritorno dal Madagascar: tutte le foto che avevo nel computer, tutte dico, sono scomparse e non possono essere recuperate. Cosi' mi ha detto il tecnico (?).

Sparite, annichilite, sublimate o, piu' esattamente, dissolte in binomi di numeri ordinati come gli e' parso meglio al mio computer. E non piu' visivamente intelligibili.

Emozioni, facce, luoghi, instanti, masse di colore, ricordi, speranze, pensieri, vite -vivi o morti quei soggetti?. Tutto riassorbito nel maelstrom del disco duro, che non capisco perche' si chiami cosi' se poi le cose possono sparire da esso come tanti piccoli escrementi sciacquati dal w.c.

Forse un giorno ritrovero' 33 giga di foto digitali insieme
al coccordillo bianco delle fogne di Calcutta