martedì 25 agosto 2009

African Heritage House

overlooking the Nairobi National Park - sukun 2009

Sabato scorso siamo stati all'African Heritage House. Il giardino di casa? Il Parco Nazionale di Nairobi... Architectural Digest la definisce cosi' "an architecture rising from the sere Kenyan plain like an outcropping of earth, a vision of usefulness informed by the African genius for decoration."

Il lato destro della casa e' ispirato a disegni ed intrecci dell'Africa dove l'arte e' piu' sviluppata ed influente, il Nord della Nigeria. Di fronte, la casa ammicca alle costruzioni delle case del Mali, e della leggendaria Timbuktu.

L'interno della casa e' un museo, che contiene gli oggetti piu' belli provenienti da tutta l'Africa, raccolti qui dopo trent'anni di peregrinazioni da Alan Donovan, un americano sulla sessantina il cui lavoro certosino di raccolta (e di mercificazione) ha permesso che una collezione straordinaria si formasse. Sfortunatamente, pero', Alan sembra aver perso il calore umano che invece ci aspettavamo andando a visitare questa casa. "It was exciting thirty years ago...", ci dice... E noi che ci aspettavamo per ogni oggetto un racconto vivo e strepitoso: la guerra del Biafra, la donna piu' bella del mondo che era una modella per la Fondazione, pezzi di oro e di giada e bambole Turkana, scudi Masai con le tacche dei leoni uccisi...

Ed invece abbiamo guardato l'ora con la sola speranza che quella di andarcene arrivasse al piu' presto. La giornata era fredda, e cosi' quegli straordinari oggetti, in questo sabato di Agosto all'equatore. Perfino gli animali che si vedono dalla casa, sedevano pigramente nell'infinito desolato. Avvoloti in cielo.

Magari la prossima volta affitteremo il treno (sic!) per arrivare proprio davanti a questo luogo straordinario, affacciato -oltre le rotaie- su giraffe, leoni ed gnu'.

Ma ci porteremo dietro il calore di un bel po' di amici.

Questa e' la casa,

questa la vista dalla casa, oltre le rotaie, la Savana...


un particolare dalla casa,

il pranzo all'African Heritage House (pollo cotto con le noccioline, Ghana)



La silhouette di Alan dalla veranda guardando il parco nazionale,


uno degli oggetti, in uno dei bagni...


domenica 23 agosto 2009

if a day in New York

sembra un secolo fa, ed invece e' passato solo poco piu' di un anno da quando ho fatto clic guardando nel visore della Hasselblad le cose che vedevo qui sotto.




venerdì 21 agosto 2009

all'africa, all'africa!

Não deixa essa mulher te levar / Você não sabe a responsabilidade que dá

Krioula - Clube do balance


woman in India, Mumbai - sukun 2009




diciamo che Ryszard Kapuściński sta all'Africa come Tiziano Terzani sta all'Asia. Dico bene 'sta' al presente perche', anche se entrambi sono partiti da poco per il lungo viaggio, restano semplicemente fondamentali per chi si avvicina a questi grandi universi (continenti?). Non e' un caso se in Wikipedia stanno vicini vicini, con links nelle prime righe.

Certo, Kapuscinski ha scritto molto anche del Salvador, ed altri felici paesi nei quali io ho la fortuna di lavorare. Certo, e molto altro. Ma per me e' e rimane l'unico osservatore sereno e rispettoso di questa galassia che chiamiamo Africa.

Il suo libro per eccellenza sull'Africa e' Ebano, ma a me piace particolarmente Another Day of Life, sull'Angola. E' il titolo che mi e' rimasto da sempre impresso. Perche' suona cosi' vero, per chi vive in questa galassia africana.

in tempo reale

Ridateci la luce, dateci indietro l'elettricita', o regalateci un generatore.

La luce e' partita stamattina alle 6:30, e siamo ancora adesso (22:30), in black-out completo, the Hearth of the Darkness, the Blackhole.

Qui quando e' buio e' buio. Chi non lo ha mai visto non lo immagina. E' buio, punto. Nero, impenetrabile. Punto.

Li' fuori c'e' il buio ed il silenzio. Roteo la torcia elettrica - potentissima - ha un raggio di 60 metri, verso l'esterno, sul limite del muro perimetrale. Il filo spinato scintilla, e' elettrificato, ma ci sara' corrente nel filo? Sono chiuso dentro porte ed inferriate e tutto la parafernalia.

E poi certo, il computer e' a corto di batteria. Se chiudo gli occhi per dormire, mi sa che c'e' piu' luce.

mercoledì 19 agosto 2009

please please please

good times for a change / see the look I have had can make a good man turn bad


El Molo man, Turkana Lake, Kenya - sukun 2009

ho ricominciato a leggere, disordinatamente, vari libri di Tiziano Terzani. Per due anni ho lavorato in maniera schizofrenica sull'Asia questa specie di mostro grande e grosso, che vuole dire tutto e niente... dall'Africa! Non sono ancora riuscito a spiegare questo in modo semplice a nessuno.

Adesso che un cambio si impone, cercavo in Tiziano Terzani un motivo per credere che questi paesi mi affascinino, per trovare un po' di empatia. Senza grandi risultati.

Pero' rileggere alcuni dei suoi libri e' comunque un'esperienza affascinante, che cerco di ritrovare quando poi mi trovo, che ne so? in Cambogia per esempio.

Un Indovino mi disse... credo sia una delle esperienze letterarie piu' divertenti fatte negli ultimi anni. Terzani, nel 1975, incontra un indovino che lo mette in guardia sull'anno 1993: quell'anno non volare, non volare mai - gli dice - poiche' corri un grande rischio di morire in un incidente aereo. Per un corrispondente che deve coprire il grande ed informe mondo asiatico, e' una condanna a morte. E diventa invece l'anno piu' interessante della carriera giornalistica di Terzani, e per me fortunato lettore un viaggio staordinario.

mercoledì 5 agosto 2009

la seconda volta, e' sempre la migliore...




receptionist in Bangkok - sukun2009

e' come avere un grande vuoto in testa. Guardi il foglio e non ti promette niente. Tutto sparisce cosi' veloce come era arrivato. Le idee si accavallano e ti ritrovi a scrivere liste e 'bullet points', altrimenti, nada...

I was saying, it's like having a sort of emptyness, quite not sure. You look at the white sheet, and this looks at you. Everything just vanishes and you do bullet points and lists, only.


martedì 4 agosto 2009

c'era una volta l'africa

Ca a debute' comme ca. Moi, j'avais jamais rien dit. Rien.

uomo El Molo, Lake Turkana, Kenya - Sukun 2009

c'era una volta l'africa, adesso c'e' ancora, ed infatti eccoci qui,
ormai da due anni a vivere il regalo che ci e' stato dato e a cercare -senza impegno- di capire perche'.

non c'e' manifesto che inizi senza il 'Noi', dichiarazioni d'intenti e minacce velate, velleitare o Velletri, fermata, tous le monde descend.

per la prima volta, sento il lato minuscolo delle cose, come se i proclami non fregassero piu' nessuno.

quindi cominciamo da qui e poi si vede.