Ci abituiamo a tutto.
All’assenza che trasformiamo in amarezza, per accertarci di sentire ancora.
Ci accostumiamo alla voracita’ del tempo, a guardarlo passare impunemente. Ci abituiamo e ci offriamo delle scuse, per non impazzire.
Sono seduto sul bordo dell’Africa. Bevo i caffe' e mangio i tost. Mi ascolto masticare e deglutire, per evitare che questo silenzio mi assordi.
Ci abituiamo a sparire lentamente, come ombre nella sabbia.
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We get used to everything.
To the absence we turn into bitterness, to make sure we still feel.
We are accustomed to the voracity of time, as it goes by unpunished. We get used and we forge ourselves excuses, not to go mad.
We get used to distances. We fill them with memories as if they were sawdust, hoping that an ocean will dry like a puddle.
I'm sitting on the edge of Africa. I drink my coffee and I eat my toast. I listen myself chewing and swallowing to avoid the silence to stun me.
We get used to slowly disappear, like footsteps in sand.
4 commenti:
e' vero ci si abitua a quasi tutto e si ridifinisce la vita nei confini degli spazi che gli eventi ci concedono, cercando di definire via via dei gesti quotidiani in cui ritrovare un'identita' temporanea.
sullo sparire non so pero'. credo invece che sia la voglia di vita a spingerci ad abituarci.
la voglia di vita forse si. ma continuiamo inesorabilmente a sparire.
ci abituiamo, spesso raccontandocela con parole. E le immagini possono servire a frenare l'abitudine (come in questo caso).
forse hai ragione tu, che dire, non so.
se solo riuscissi allora ad estinguere questa sensazione, anche in silenzio...
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